ALEPPO, SIRIA, PRIMAVERA 2015 / dal rapporto di Amnesty International

(Testo tratto dal rapporto di Amnesty International 'Death Everywhere, War crimes and human rights abuses in Aleppo', 2015, http://www.amnestyusa.org/sites/default/files/embargoed_5_may_aleppo_report_death_everywhere.pdf)


L'esercito sgancia i barili bomba dagli elicotteri, li sgancia sopra le case, nei distretti controllati dai ribelli, metà dell'intera città
Il governo ha sempre negato di usare queste armi ma centinaia di testimonianze e di video amatoriali ne confermano l'uso
I barili bomba sono barili di benzina svuotati e riempiti di chiodi, schegge di ferro, seghe circolari, tutto mischiato a un quintale di tritolo
L'esercito non li usa vicino al fronte perché sono così imprecisi che teme di uccidere i propri stessi soldati
Invece li usa sui quartieri delle città, colpendo mercati, moschee, ospedali
Colpire civili che non partecipano alle atrocità è un crimine di guerra
Quando a colpire i civili inermi è l'esercito di uno stato sovrano, come in questo caso, si tratta di crimini contro l'umanità
Queste sono le testimonianze di una quarantina di abitanti di Aleppo, Siria, raccolte da Amnesty International all'inizio del 2015

- E' diventato normale avere gli elicotteri lassù, sopra di noi, così alla fine ho smesso di guardare
- I barili-bomba? Sono le armi peggiori, se ci prendono i nostri corpi vanno in pezzi
- E poi li vediamo arrivare, c'è un minuto, un minuto in cui uno aspetta solo di morire
- Dopo che hai visto il barile che scende, che sta arrivando, non sai da che parte andare, inizi a correre
- Qualche volta, senza volere, corriamo verso i barili
- Inciampi contro tutto, mentre corri, perché guardi verso l'alto, mica avanti
- Mio fratello s'è provocato una frattura, una dislocazione vertebrale, perché guardava sempre verso l'alto, verso il cielo
- Siamo sempre agitati, preoccupati, sempre a guardare il cielo
- A mezzogiorno, han cominciato a chiedere aiuto, alla moschea, sono corso e quando sono arrivato, dopo venti minuti, ho sentito un altro scoppio, era un secondo barile, volevano ammazzare più persone
- Adesso abbiamo imparato ad aspettare, non corriamo subito là, aspettiamo un po', perché forse ne arriverà un altro
- Dopo il bombardamento, ho visto bimbi senza testa, parti del corpo dappertutto
- I barili sono l'arma più orribile, noi medici abbiamo a che fare con traumi multipli, amputazioni, organi fuoriusciti, è terribile, ferite che non avevamo visto mai, in nessun libro di medicina

Aleppo, quartiere di Al-Fardous, 20 aprile 2014
Era verso il tramonto, eravamo seduti al semaforo, all'angolo del mercato, subito dopo il primo attacco c'è n'è stato un altro, ho visto tanta polvere, e dopo donne che piangevano, che urlavano per i loro bambini, ho visto pezzi di corpi, auto bruciare con della gente dentro, anche le case bruciavano, per terra c'era sangue dappertutto
Macchine, taxi, biciclette, persone, tutto bruciava, le schegge, il tritolo dei barili, le macchine, tutto, la gente che vedevo era ferita o morta, qualche corpo era rotto a metà, spezzato in due, non erano neanche più corpi

Aleppo, quartiere di Inzarat, 25 maggio 2014
Tre ore prima dell'attacco, ho visto gli elicotteri, che facevano i loro giri nel cielo, quella sera lavoravo al negozio, non pensavo che avrebbero attaccato, non quel giorno, poi l'ho sentito, ho cominciato a correre, subito, ma nessuno sa dove correre, mio fratello piccolo e un mio amico erano dentro al negozio, con me, sono saltato su mio fratello per proteggerlo, l'ho coperto, completamente, poi il mio amico ha coperto me, mio fratello è uscito incolume, io ho preso schegge di granata dappertutto, dalle dita delle mani alle caviglie, il mio amico è morto subito, una granata gli ha aperto in pieno la schiena, la testa
Sono uscita di casa per prendere qualcosa per cena, per i miei, tutto il quartiere stava guardando Bab al Hara in tv, quando sono tornata, mezzora dopo l'attacco, non c'era rimasto niente, nessuno, non c'erano abbastanza ambulanze, per i feriti, allora come ambulanza hanno usato gli scooter, a quell'ora la maggior parte degli uomini è fuori, solo le donne sono a casa, perché hanno colpito delle case con dentro solo delle donne?

Aleppo, quartiere di Bab al-Neirub, 13 giugno 2014
Saleh, quanti anni hai? Undici. Racconta.
Ero con tre dei miei quattro cugini, giocavamo, a un certo punto ho sentito il rumore dell'elicottero, e tutti lo sapevamo: sta arrivando, poi ho visto il barile che scendeva, mi son nascosto sotto un albero, i miei cugini sono corsi dall'altra parte, si son nascosti di fronte alla casa, Omar e Hamzeh sono morti, il mio cugino più piccolo invece, che era sotto di loro, ce l'ha fatta, a me han portato all'ospedale Abdul Aziz, hanno visto la mia gamba e mi han mandato in Turchia, alla fine me l'hanno tagliata, era piena di schegge, e anche mezzo dito di una mano, adesso sì, sto bene, solo è una noia non riuscire a andare in giro, stare sempre qui in casa

Aleppo, quartiere di Sukkari, 16 giugno 2014
Verso le undici del mattino, hanno sganciato il primo barile su un condominio, cinque minuti dopo un altro, a cinquanta metri di distanza, vicino a un punto dove distribuiscono gli aiuti,150 persone erano in fila, per il cesto dei viveri
Quando siamo arrivati, la gente del quartiere scappava, mentre la gente da fuori arrivava, per aiutare, il secondo barile non l'abbiamo sentito arrivare, perché la gente stava piangendo, stava urlando, e i clacson delle macchine suonavano, c'erano teste, mani, parti del corpo dappertutto, Ayman, il nostro vicino, è scomparso tra le rovine, non l'hanno mai ritrovato, non son riusciti a recuperare il corpo, tante persone quel giorno sono scomparse, anche mio zio è morto lì, abbiamo messo una sua mano nella tomba, e anche le gambe, però no, non siamo sicuri siano sue, il resto del suo corpo è ancora là, tra le macerie
Abbiam sentito un'esplosione enorme, siamo andati a vedere, cinque minuti più tardi il secondo barile, la gente che era venuta a aiutare, è morta anche lei, così non c'era nessuno che aiutava dopo la seconda bomba, io non ho potuto documentare l'evento, ero troppo impegnato a togliere persone dalle macerie
Una bambina viene da me e mi dice, la mia famiglia è là dentro, voglio la mia famiglia, le dico abbi pazienza, te li portiamo fuori tutti, non si vedeva quasi niente, per la polvere, ma quando poi la polvere è scesa, non c'era più nessuna casa, la bambina era lì vicino, che aspettava, l'ho guardata, non aveva più né casa né famiglia
Ti garantisco che tutti quelli che ho visto, là, sul terreno, tutti i morti, erano dei civili, gente che conoscevo, che vedevo ogni mattina, qualcuno era della Difesa Civile, altri erano media-attivisti, venuti per documentare il primo scoppio, c'era anche il gelataio, l'uomo che faceva i panini, quello del negozio di giocattoli, le persone che salutavo tutti i giorni, tutti ammazzati

Aleppo, Ospedale Al-Sakhour, 1 luglio 2014
Quando siamo arrivati all'ospedale, qualche minuto dopo lo scoppio, abbiamo visto due ambulanze che bruciavano, ho visto parti del corpo ma non le ho riconosciute, abbiamo portato fuori i morti, poi i feriti dell'attacco e quelli che erano già nell'ospedale prima dell'attacco, in altre cliniche e ospedali vicini, l'ospedale è stato danneggiato completamente, dopo quel giorno l'hanno trasferito sotto terra

Da gennaio 2014, a causa delle proteste internazionali sull'uso dei barili bomba contro la popolazione civile, l'esercito ha affiancato anche l'uso di missili, più precisi ma sempre solo diretti a civili e a luoghi civili, come scuole e ospedali
Anche questi attacchi, dal punto di vista del diritto, sono crimini di guerra

Aleppo, Scuola Ain Jalut, 30 aprile 2014
Il primo missile ha colpito il primo piano, tra la classe dei bimbi di sei-sette anni e quella dei bimbi di otto-nove, il secondo missile è caduto in cortile
Era da due settimane che preparavamo questa festa, sono arrivato a scuola verso le otto, c'erano una sessantina di studenti e gli insegnanti, più di duecento dovevano ancora arrivare, ero in presidenza quando ho sentito l'esplosione, poi ho sentito il jet allontanarsi, c'era così tanta polvere che non sapevo se ero vivo o se ero morto, ero col mio amico Muhammed Ibrahim, abbiamo cominciato a cercare, nelle stanze, i sopravvissuti, la prima persona che ho visto è stata Muhammed Daqqaq, un insegnate, morto, in terra, poi sono andato dove i bambini stavano attaccando i disegni, ho visto delle cose che non so, c'erano parti di bambini, c'era del sangue, dappertutto, i corpi erano a pezzi, quando sono arrivati quelli della Milizia Civile io non riuscivo a muovermi, stavo seduto lì, fermo, per lo shock
Alle sette sono arrivata a scuola coi miei studenti più bravi, quelli che avevano fatto i disegni più belli, stavamo mettendo a posto, preparando, un'altro insegnante stava appendendo i disegni alle pareti, quando il jet è arrivato non ho sentito nessun suono, poi il soffitto ci è caduto addosso, un razzo aveva colpito la nostra stanza, quando ho provato a muovere una bambina delle mie, ho visto che era morta, aveva un buco nella testa, io ero ferita gravemente, nel cranio, nei polmoni, le costole e le gambe fracassate, la mia gamba destra non poteva più muoversi, poi ho capito che era per il danno cerebrale, il mio corpo era tutto un ematoma, ero completamente blu, dopo l'attacco avevo perso la vista, ma adesso sta ritornando, lentamente, è stato uno shock per me, non solo per le ferite, ma per i miei studenti, ho insegnato a ognuno di loro, è impossibile pensare che non siano vivi
Ho sentito un'esplosione, poi più niente, ero sordo, i corpi erano negli angoli, per via della pressione, del razzo, mi hanno portato all'ospedale, sono tornato il pomeriggio e ho visto la scuola crollata, non ci credevo, sembrava ci fosse stato un terremoto, della festa lo sapevano tutti, era sul giornale, su facebook. lo sapeva di sicuro anche l'esercito
I maestri volevano fare una festa, per farci felici, tutte le scuole del quartiere erano invitate a Ain Jalut, i miei disegni erano appesi alla mostra, ero seduta col mio fratello piccolo, Ayham, nella scuola, poi è arrivato il jet, e mio fratello ha preso delle schegge di granata nel petto, nella faccia, io ho perso conoscenza, poi mi sono svegliata e mi sono trovata tra le rovine, mi son tirata fuori, sono andata da quelli che aiutavano e gli ho chiesto dove dovevo andare, mi hanno messo su un pick up e mi han portata all'ospedale, le schegge erano nella schiena e nella testa, perché il missile mi è esploso dietro, ho ancora qualche pezzo dentro, Ayham è morto mentre lo portavano in Turchia, per operarlo, aveva 11 anni







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